Johann Wolfgang Goethe |
Per quanto riguarda il lato umanistico, invece, le interpretazioni della luce e del colore hanno assunto infinite prospettive, l'una diversa dall'altra, ma al contempo tutte estremamente valide: basti pensare alle teorie sul colore di Wittgenstein, Itten, Goethe, esponenti filosofici, scienziati e designer vissuti nella stessa epoca, a cavallo tra la fine del 1800 e il 1900.
Giusto per farne un esempio, Wittgenstein, ingegnere e filosofo nato nel 1889, affrontò la teoria del colore inizialmente dal punto di vista fisico, avendo compiuto studi di ottica a Manchester, da giovane; in futuro, però, si renderà conto che non sono sufficienti le considerazioni prettamente fisiche per spiegare la vera essenza della luce che colpisce gli oggetti e ne restituisce stimoli visivi. Alla fine del suo percorso, con il libro "Osservazioni sui Colori", esporrà l'interpretazione finale del suo studio sul colore, di cui riportiamo un passo fondamentale :
«Sono sempre in grado di riprodurre qualunque colore io veda. Indico i quattro colori primari (rosso, giallo, blu e verde) e aggiungo in qual modo si possa ottenere da essi quel determinato colore. […] Ogni asserzione sui colori può essere rappresentata mediante alcuni simboli. Se diciamo che sono sufficienti quattro colori primari, allora chiamo questi simboli paritetici elementi della rappresentazione. Gli oggetti sono questi elementi. Non ha senso domandare se gli oggetti siano alcunché di simile ad una cosa […] Parliamo semplicemente di oggetti laddove abbiamo elementi paritetici della rappresentazione»
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